mercoledì, maggio 17, 2006

"Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena..."

Foto di Iaia Gagliani

Non è un trittico ma sono tre variazioni su tema, ispirati ai Kafka Fragmente del compositore ungherese György Kurtág.
"Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena...": questo il titolo che Roberto Matarazzo dà a tale sua opera trina che testimonia di un itinerario che defineremmo iper-intertestuale: letteratura - musica - arte figurativa.

Roberto Matarazzo, architetto, è uomo di grande erudizione. Il suo è un tipo di creatività che si fonda soprattutto sulla ratio e non sulla follia che suol dirsi tipica di chi si dedica anima e corpo all'arte. Matarazzo affida a fogli colorati il suo "cosmopolitismo delle idee", in cui l'estro viene alimentato dalle letture e/o dall'ascolto interessato e sapiente di sonorità sublimi. Non c'è nessun espediente astuto dietro a queste operazioni, bensì la passione e la foga dell'esteta che sottopone la sua curiosità (senza frontiere, e assai competente) a un'abile e perspicace metodologia maturata negli anni e obbligatoriamente destinata a un ulteriore sviluppo. Il cervello assorbe un'idea o un sistema di idee già presente nel cosmo, l'occhio percepisce l'immagine, la fotografa e la riproietta sulla tela della psiche, e la mano (tekne) si ingegna a ri-rappresentare, salvaguardando l'identità dello stesso artista in un processo che gli garantisce una ben precisa collocazione nel dedalo delle immagini visive.

Foto di Iaia Gagliani

Caratteristici per la produzione di Matarazzo sono un suo omaggio a Mario Luzi e assemblaggi del tipo "Coppa di assenzio", ovvero "Lirica per un autoritratto di Koshka" (Koshka è Katia Ceccarelli, della quale Matarazzo utilizza un suggestivo autoscatto incorporandolo in uno dei suoi "fogli").

Le tre "Metamorfosi_Metropolitane..." coinvolgono e seducono per il gioco di luce e l'uso del rispettivo colore di base, con oculate sfumature che dispensano una vividezza "realistica" alle nuvole, alla strada e agli interstizi tra i grattacieli/Hochhäuser/skyscrapers che richiamano alle abitazioni e agli scenari singolarmente sbilenchi di due storici film: Nosferatu di Wilhelm Murnau e Doktor Mabuse di Fritz Lang.

La Milena di "Metamorfosi_Metropolitane..." è ovviamente colei alla quale Kafka indirizzò lettere d'amore che oggi sono considerate tra le più belle che uno scrittore abbia scritto nel Novecento a una donna. Milena Jesenská, scrittrice e giornalista praghese, stabilì un primo contatto con Kafka comunicandogli che un suo racconto le era piaciuto molto, e lo pregò di darle il permesso di tradurlo in lingua ceca. La relazione tra i due ebbe inizio così, nel 1919; e sarebbe durata fino alla prematura morte dell'autore de La Metamorfosi, avvenuta meno di cinque anni dopo.

Foto di Iaia Gagliani

Non a caso, sono tre le silhouettes che, come in un dipinto di Chagall, volteggiano a mezz'aria; e non sui tetti di Parigi, bensì nel bel mezzo di un'architettura che a noi piace identificare come realsocialista. Nonostante le connotazioni femminili, trattasi probabilmente della medesima Milena, di Kafka e dell'amico Max Brod.
Un'altra interpretazione potrebbe condurre a vedere in esse Felice Bauer, Grete Bloch e la Jesenská, ovvero tre delle donne amate o comunque conosciute dallo scrittore; ma in tal caso ci si dovrebbe chiedere che fine abbia fatto Dora Dymant... (Oppure siamo di fronte alle oniriche rappresentazioni di Milena, della madre di Franz e della sorella minore Ottla, la sua preferita.)

Il lettore avrà già capito quanto è intrigante il gioco intellettuale cui si consacra Roberto Matarazzo. La sua recherche è ricca di richiami e suggerimenti alla (ri)lettura e alla (ri)scoperta di svariate opere del mondo musicale e artistico. I suoi vari "omaggi" includono una serie di illustrazioni per il Finnegan's Wake di James Joyce ma anche fogli dedicati ad alcuni poeti contemporanei.
(Per maggiori informazioni, vedi l'homepage dell'artista: http://www.robertomatarazzo.it).

Di sé, lo stesso Matarazzo dice:
"... con l’Amico Qfwfq, sensibile protagonista delle Cosmicomiche di Italo Calvino, ho intrapreso viaggi, metatemporali/pluridimensionali, negli Universi i più disparati, insomma chiudere gli occhi e immaginare confusioni fantasmagoriche/sinestetiche..."

Secondo noi, queste sue "Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena..." esemplificano egregiamente l'entità e l'importanza del suo ingegno.

"Liebe ist, dass Du mir das Messer bist, mit dem ich in mir wühle." ("Amore è il coltello che tu rappresenti, tramite cui io scavo in me.")
-- Da una lettera di Franz Kafka a Milena Jesenská

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[Le foto sono di Iaia Gagliani, architetto e fotografa in Milano]

Homepage di Roberto Matarazzo

Infos sui Kafka Fragmente di György Kurtág, per soprano e violino (Oppure qui)

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