venerdì, giugno 02, 2006

La Nazionale degli pseudotalenti

Stanchi, brutti, nervosi... Due sono state le partite-test disputate dalla Nazionale italiana a pochi giorni dai mondiali di calcio: la prima contro la Svizzera (1-1), la seconda contro l'Ucraina (0-0). Soprattutto a proposito di quest'ultima, quasi sorprende che gli appassionati accorsi allo stadio di Losanna - quasi tutti emigrati che faticano duramente per potersi mantenere in vita - non abbiano reclamato indietro i soldi del biglietto. E a pagare dovrebbe essere il signor Lippi, di tasca sua. Se quelli da lui schierati sono gli individui (atleti? ma va'!) che devono far dimenticare gli scandali e le corruzioni che hanno macchiato "il gioco più bello del mondo", siamo proprio a cavallo! Si tratta di ragazzini viziati, arroganti, fannulloni, completamente indegni di indossare la casacca azzurra. Non hanno inoltre nessun senso di fairness (prerogativa per ogni vero sportivo), tanto da far scuotere la testa ai commentatori stranieri - Beckenbauer su tutti - chiamati a dover dare un giudizio sugli Azzurri dopo queste due amichevoli in terra svizzera. Gattuso ha seri problemi psicologici: probabilmente perché piccolo di statura, crede di poter equilibrare tale deficit picchiando sempre duro l'avversario. De Rossi è un tipico prodotto della scuola Roma - vedi anche Cassano e Totti -: potrebbe essere un dio del pallone e per certi versi lo è, ma poi rovina tutto saltando all'improvviso su una gamba dell'avversario a terra, magari nel corso di un'azione senz'importanza, lontano dall'aria di rigore. Anche Inzaghi - come ha sottolineato Beckenbauer davanti alle telecamere del programma nazionale tedesco - ha un caratterino da prendere con le molle.
Osservando poi il "sistema di gioco" in sé, Lippi si riconferma fido adepto della scuola Juve e vecchio Milan, cui appartiene anche Trapattoni (il quale, dopo aver mezzo rovinato lo Stoccarda, che era lanciato per diventare l'avversario più temibile del Bayern nella Bundesliga, è andato a riparare come D.S. in quel di Salisburgo, Austria): difesa rocciosa senza molti elementi di classe (vedi il macellaio Materassi), attaccanti disperatamente isolati, centrocampisti tipo Pirlo (nomen est omen) che non sono assolutamente da Nazionale. Il gioco è una noia, a volte poco più che melina; pochi gli spunti per rilanciare l'azione in avanti, e questi "spunti" spesso nascono da lanci lunghi del portiere... "e che la fortuna ci assista!".
Mister Lippi dovrebbe spiegare agli italiani il perché di certe sue convocazioni. Dove vuole arrivare con questa rosa? Certo, sono 18 i risultati utili consecutivi infilati dalla sua Nazionale; ma il Campionato del Mondo non si vince con i pareggi.
In Germania, cari amici, dobbiamo aspettarci da questi Azzurri solo una serie di brutte figure.

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