sabato, gennaio 27, 2007

Si celebra oggi il giorno della memoria - la tragedia della Shoah

Molti si chiedono come mai fu possibile una simile, immane, indescrivibile tragedia nell'èra moderna e, soprattutto, in un paese "civile" come la Germania. Ebbene, io in Germania ci vivo. E' una terra di anime belle e buone, ma anche di miseria strisciante, soprattutto nell'ambito delle classi operaie. Qui, una situazione pressappoco come quella al tempo di Weimar (mancanza di lavoro = condizionamenti corporativi+logica di caste = assoggettamento in massa) si sta replicando fin dalla metà degli Anni Novanta, allorché è partito il cosiddetto processo di globalizzazione. Molti sono i disoccupati e la gente ha paura di perdere il posto di lavoro (pur se sottopagato): quindi, nelle fabbriche e nelle ditte anche con pochi dipendenti serpeggia la paura, a causa anche della mancanza di alternative valide sul mercato del lavoro e della sistematica soppressione degli aiuti statali ai cittadini in difficoltà. La manovalanza si sottomette completamente al volere dei pochi kaiserlicchi che impartiscono loro ordini: si assiste allo spettacolo di uomini e donne che strisciano ai piedi di questi "guardiani", che fanno la spia criminalizzando colleghi e vicini di casa (situazione che ricorda da vicino anche la famigerata "Stasi" della DDR), che cercano di accaparrarsi "favori" tipo ottenere le ferie, che normalmente sarebbe - ancora - un diritto garantito dalla Costituzione, ecc. La quotidianità sul lavoro è diventata insostenibile. Nella mia ditta, in particolare, chi è iscritto al sindacato (finora soltanto due elementi su oltre 250) non è tollerato dalla dirigenza, e il cosiddetto Consiglio di Fabbrica è formato da "rappresentanti" che in realtà leccano il didietro ai capi (i famosi "Ja-Sager" [coloro che dicono sempre di sì] descritti da Bertolt Brecht). Un mondo di alienati, di gente che prostituisce valori e principi per difendere la propria, assai volatile "sicurezza di sopravvivere". Ovviamente, lo straniero è visto come "colui che ci ruba il lavoro": non più ebrei, oggi, ma turchi ed est-europei. E i senzatetto e desperados di vario genere sono legioni. Le prerogative ci sono tutte, quindi, perché torni ad esplodere il terrore voluto "dall'alto". Non vedremo di sicuro l'istituzione di campi di concentramento: il potere (oggi nelle mani dei grandi manager) usa metodi di "eliminazione" ben più raffinati. Ma di nuovo è Psychokrieg, guerra psicologica; di nuovo è condizionamento dei sentimenti e soppressione di tutto ciò che è bello e vero, previa destabilizzazione totale della società.
Non bisogna chiedersi come mai questa tragedia fosse stata possibile: bisogna chiedersi cosa fare per evitare che si ristabiliscano le condizioni che la causarono. Ma, con i poteri politici assoggettati al capitale (in Germania a cominciare dall'èra Kohl, poi però anche con il Cancelliere "socialdemocratico" Schröder), e con le masse narcotizzate da passatempi trivi, ludici (remembering Berlino negli Anni Venti), credo purtroppo che sia ormai troppo tardi per intervenire in proposito. La Storia insegna? Dovrebbe insegnare. Abbiamo purtroppo dimenticato che la Seconda Guerra Mondiale (e in parte anche la Prima) fu voluta da grosse aziende quali Krupp e la IG Farben. Ora abbiamo permesso alle multinazionali di ingerire sia negli interessi politici (sono loro a fare le leggi sulle pensioni e sullo smantellamento dei diritti dei lavoratori) che nella nostra vita privata. Ergo: prepariamoci a tempi assai duri.

Vedi anche questi post sul blog Il Prato Nero:
Lidl, fumo, Ich arbeite..., Grass, Chomsky, Hirschman, Naziskin, Angela Merkel 3, Italiastan, Bild Zeitung, Angela Merkel 2, Angela Merkel 1, lavoratore interinale, Arbeit macht frei?, "cerco lavoro", stanno bruciando pizzerie, Berluska Superstar.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci vorrebbe una Arcanave universale, per metterci al ripare da cose simili...