lunedì, ottobre 13, 2008

Kundera fu una spia dei Rossi

E così crolla un altro mito. Milan Kundera, autore del bestseller L'insostenibile leggerezza dell'essere (1985), collaborò in gioventù con la polizia segreta del regime comunista. Correva il 1950 e, per colpa di una sua denuncia, un 24enne fu condannato a ben 22 anni di carcere. E' quanto riporta lo storico Adam Hradlinek in un suo articolo apparso sulla rivista Respekt, citando il rapporto della polizia 624/1950: "Oggi verso le 16:00, uno studente, Milan Kundera, nato il 1 aprile 1929 a Brno (...) si è presentato a questo dipartimento per riferire che una studentessa deve incontrarsi in serata con un certo Miroslav Dvorácek... Quest'ultimo ha apparentemente disertato dal servizio militare".


In effetti nel 1948 Dvorácek aveva lasciato la sua unità attraversando illegalmente la frontiera con la Germania. Condannato ai lavori forzati in una miniera di uranio, fu liberato soltanto nel 1963, quando Kundera aveva già pubblicato i suoi primi libri. Oggi l'uomo vive in Svezia. Di recente ha avuto un infarto.


 Milan Kundera si è rifiutato di fornire un commento a queste gravi accuse sul suo conto.
Lo scrittore in gioventù fu comunista convinto, poi, negli Anni Sessanta, passò con i riformisti. Dopo la Primavera di Praga, il Partito gli vietò ogni apparizione in pubblico. Nel 1975 si trasferì in Francia.

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