domenica, marzo 08, 2009

Philip J Farmer

 (1918-2009)



Orazione funebre


"C'era una volta un demiurgo.

Un creatore di universi.

Questo dio forgiava persone e non-persone collegate non soltanto tra di loro, laggiù su mondi distanti, ma anche con noi, meri mortali di un pianeta periferico.

Tale connessione rappresentava per noi il veicolo, la motivazione e il coraggio per raggiungere diversi gradi di illuminazione, oltre a quegli scopi che sarebbero rimasti utopici senza l'aiuto del demiurgo.

Il 25 febbraio 2009 (tempo terrestre), il demiurgo se ne è andato, e a noi rimane un vacuum cosmico. Naturalmente sapevamo bene che anche lui non era eterno, ma la notizia della sua scomparsa ci ha lasciati ugualmente atterriti. Senza la sua fantasia e la sua abilità nel fabbricare nuovi cosmi, la nostra vita è più povera. 

Ma forse possiamo diventare tutti come lui. E' questo l'ultimo, meraviglioso regalo che ci ha fatto Philip José Farmer."


 Nato a North Terre Haute, Indiana, da famiglia benestante, Farmer aveva sangue spagnolo e cherokee. Da bambino, oppresso dal puritanesimo dei genitori, si rifugiò nelle letture avventurose e fantastiche, che in seguito avrebbe rielaborato in molti suoi romanzi (fortunate rivisitazioni di Jules Verne ed Edgar R. Burroughs, del personaggio Sherlock Holmes e del mito di Dracula).

Non furono facili i suoi inizi di scrittore, ma quando finalmente gli venne pubblicato il racconto lungo The Lovers (storia d'amore tra un terrestre e una creatura aliena), iniziò per lui una lunga e felice carriera, anche se non ebbe mai il successo di cui godettero invece molti colleghi meno dotati. Le caratteristiche delle sue storie? "Astounding situations", ovvero situazioni sorprendenti (Astounding stories era il nome di una celebre rivista di SF), con una punta di sano umorismo e generosi sprazzi di erotismo.

Vastissima la sua bibliografia. Oltre ai numerosi racconti (le short stories furono la sua specialità), di Farmer vanno segnalati i romanzi del ciclo dei Fabbricanti di Universi e del ciclo del Mondo del Fiume. Uno dei suoi libri più significativi, formidabile riscrittura del Giro del mondo in 80 giorni, è The Other Log of Phileas Fogg (Il diario segreto di Phileas Fogg, Urania 1990).


 


Un collezionista di premi


Philip José Farmer vinse il suo primo Hugo nel 1953 nella categoria "Best New Writer" con The Lovers;  altri due gli vennero assegnati per il miglior romanzo breve ("Best Novella": Riders of the Purple Wage, 1968) e per il miglior romanzo ("Best Novel": To Your Scattered Bodies Go, 1972). Nel 2001, l'Associazione Americana degli Scrittori di Fantascienza e di Fantasy - SFWA - lo nominò Gran Maestro. Tra le altre sue onorificenze spiccano il First Fandom Award e il Forry Award (ambedue nel 2003). Poco prima della sua morte, il suo nome è stato incluso nella Top 15 Sci-Fi Authors of All-Time.


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      The Official Philip José Farmer Home Page


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Alcuni dei libri più noti di Philip J. Farmer:


Strange Relations, 1960 (Relazioni aliene; racconti)

The Maker of Universes, 1965 (Il fabbricante di universi)

A Feast Unknown, 1969 (Festa di morte)

To Your Scattered Bodies Go, 1971 (Il fiume della vita)

The Other Log of Phileas Fogg, 1973 (Il diario segreto di Phileas Fogg) 

Venus on the Half-Shell, 1974 (con lo pseudonimo "vonnegutiano" di Kilgore Trout) (Venere sulla conchiglia)

Jesus on Mars, 1978 (Cristo marziano)

Two Hawk from Earth, 1979 (Roger Two Hawk)

The Lovers, 1979 (Gli amanti di Siddo [la celebre novellatrasformata in romanzo])

Dark Is the Sun, 1979 (Il sole nero)

The Unreasoning Mask, 1984 (Il distruttore)

The Grand Adventure, 1984 (La grande avventura)

The Gods of Riverworld, 1984 (Gli dei del Fiume)       

Dayworld, 1985 (Il sistema Dayworld)



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